Previsioni tassi mutui

Previsioni tassi mutui

Il 16 marzo 2023 la Bce ha confermato la decisione, attesa dal mercato, di alzare nuovamente i tassi di interesse dello 0,50%, portando il tasso base al 3,50%. Quali saranno le conseguenze sul mercato dei mutui? Cosa succederà a chi ha un mutuo a tasso fisso o variabile? Insieme a Fabio Femiani, responsabile mutui di idealista Italia, abbiamo fatto il punto della situazione, scoprendo quanto costerà da ora in poi un mutuo da 200 mila euro.

Previsioni tassi mutui per i prossimi mesi

L’aumento dei tassi di interesse Bce va naturalmente di pari passo con un possibile aumento nei tassi di interesse sui mutui. Considerato che, finché l’inflazione resterà al di sopra della soglia del 2 per cento, i tassi di interesse Bce continueranno a salire, possiamo ipotizzare che nei prossimi mesi continuerà l’aumento anche dei tassi di interesse sui mutui, almeno per quanto riguarda quelli di nuova emissione.

“Il Consiglio direttivo – si legge in particolare nella nota della Bce, – ha deciso di innalzare di 50 punti base i tre tassi di interesse di riferimento. Pertanto, i tassi di interesse sulle operazioni di rifinanziamento principali, sulle operazioni di rifinanziamento marginale e sui depositi presso la banca centrale saranno innalzati rispettivamente al 3,50%, al 3,75% e al 3,00%, con effetto dal 22 marzo 2023“.

Considerato che le previsioni sull’inflazione sono, sempre secondo la nota della Bce, per una media del 5,3% nel 2023, al 2,9% nel 2024 e al 2,1% nel 2025, possiamo pensare che il picco degli aumenti dei tassi di interesse Bce si raggiungerà quest’anno, per poi diminuire nei prossimi due anni. Di pari passo, quindi, andranno presumibilmente anche i tassi di interesse sui mutui.

Aumentano i tassi Bce, quali conseguenze sui mutui?

“La notizia dell’aumento dei tassi Bce è a doppio taglio per il mercato dei mutui, a seconda del target.

“Per chi abbia un mutuo a tasso fisso già in essere non cambia nulla. Ma per i nuovi mutui, o per le famiglie che hanno già un mutuo a tasso variabile, questo nuovo rialzo è una doccia fredda a causa dell’aumento che subiranno nelle rate mensili, che potrebbe mettere in difficoltà le famiglie più esposte. Non dimentichiamo che a marzo di un anno fa l’Euribor a 3 mesi era ancora negativo, il che significa che il ricalcolo delle rate comporterà un aumento dell’esborso mensile molto significativo”.

Tassi in aumento, meglio scegliere un mutuo fisso o variabile?

L’aumento dei tassi di interesse, se non costituirà un evento tale da modificare l’andamento del mercato immobiliare, rappresenterà comunque una sfida per il mercato dei mutui, che deve adattarsi in modo elastico a decisioni di politica monetaria sempre più impegnative.

“Le misure anti-inflazione applicate da Francoforte sembrano avere un impatto maggiore sulla capacità economica delle famiglie titolari di un mutuo che non sul mercato immobiliare stesso, che, pur rallentando leggermente rispetto al record del 2022, non parrebbe al momento subire una frenata significativa, “Pertanto, dai nostri dati l’aumento del costo del finanziamento non sta, almeno per il momento, impattando sul mercato immobiliare in maniera così grave come alcuni esperti avevano invece previsto.Questa situazione rappresenterà comunque una sfida per molti istituti, che dovranno adattarsi e creare delle barriere per evitare una nuova ondata di pignoramenti che potrebbe appesantire anche le stesse istituzioni finanziarie”.

In che modo gli aumenti dei tassi Bce influiscono sull’offerta di mutui in banca?

“E’ importante anche fare una ulteriore riflessione su come sono composti i tassi di interesse che regolano i finanziamenti.I tassi finiti sono formati da un indice di riferimento (IRS o Euribor) e uno spread (che rappresenta in poche parole il guadagno della banca): contrariamente a quanto potrebbe sembrare,questi aumenti dei tassi non si stanno trasferendo con tanta forza sulla componente di spread dei nuovi mutui attualmente offerti.Le banche hanno ancora voglia di continuare a prestare denaro, soprattutto in un mercato dove il rischio di un saldo negativo tra stock e nuovi impieghi è dietro l’angolo e anche per la concorrenza tra gli istituti per attirare i clienti solvibili che continua a essere dura”.

Cosa scegliere oggi tra mutuo a tasso fisso e mutuo a tasso variabile?

“Continuiamo a vedere come i mutui a tasso fisso siano più richiesti, anche se non diminuisce la richiesta di mutui misti (variabile con forme di protezione).Allo stesso tempo, da inizio anno, abbiamo avuto una crescita esponenziale delle richieste di surroghe: si tratta, ovviamente, di vecchi mutui ancora regolati a tasso variabile oppure, in casi minori, di mutui stipulati la scorsa estate da chi aveva scommesso sul variabile, pensando che l’aumento dei tassi fosse solo una congiuntura temporanea”.

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