Mutui in rialzo

Mutui in rialzo

La BCE ha deciso per un nuovo rialzo dei tassi di mercato di un altro 0,5%. Si tratta del quinto aumento consecutivo da luglio 2022. Dall’attuale 2,5% il tasso sale quindi al 3%. Una decisione che farà crescere le spese per chi ha sottoscritto un contratto di mutuo a tasso variabile e per chi sta per stipulare un mutuo a tasso fisso. Sul mercato ci sono ancora offerte di mutuo a tassi interessanti, ma conviene muoversi prima del nuovo rialzo. Ecco cosa fare se stai cercando un mutuo o ne hai già uno.

I tassi decisi dalla BCE crescono ulteriormente; come peraltro annunciato da Christine Lagarde, la presidente della banca centrale europea, al Forum internazionale di Davos, sono ancora forti le tensioni sul tasso di inflazione e quindi la politica monetaria restrittiva deve continuare. Registriamo quindi il quinto aumento consecutivo del tasso di riferimento della BCE di altri 0,5 punti percentuali; certamente questo impatterà anche questa volta su chi ha un mutuo o deve richiederne uno. Dopo anni in cui sono rimasti sostanzialmente stabili (o negativi), nel 2022 i tassi di interesse decisi dalla BCE sono risaliti già a luglio dello 0,50%, a settembre di 0,75%, di altri 0,75% a ottobre e a dicembre di un altro 0,5%. Ed il 2023 inizia con un ulteriore aumento dello 0,5%. Il tasso quota ora 3%.

La Bce (la banca centrale europea) ha già iniziato un programma di politica monetaria restrittiva a partire dal 1° luglio, e questo ha comportato una riduzione della liquidità di mercato e una crescita dei parametri (il tasso di riferimento Bce era è zero dal 2016). Gli aumenti hanno effetto sugli altri tassi di interesse presi come riferimento anche per i mutui. L’IRS, il parametro di riferimento dei mutui fissi è sotto tensione da un po’ con valori triplicati rispetto a inizio 2022. Ed anche se a dicembre non è avvenuto ci si aspetta una crescita sostenuta dell’Euribor, il parametro di riferimento dei mutui indicizzati.

Cosa rischia chi ha un mutuo?

Lo scenario per chi ha un contratto di mutuo in essere varia a seconda del tipo di tasso. Il tasso applicato a un mutuo fisso o variabile dipende infatti dalla somma dello Spread (una percentuale decisa dalla banca) più un tasso di mercato che generalmente è l’Euribor per i mutui a tasso variabile e l’IRS per i mutui a tasso fisso.

Come limitare i danni sui mutui già accesi

Vista la situazione attuale, per limitare ulteriori spese in futuro è importante agire in fretta. Chi ha sottoscritto un mutuo a tasso variabile è ancora in tempo per valutare una surroga e passare così a un tasso fisso: si tratta ancora di una buona possibilità perché significa bloccare il valore della rata nei prossimi mesi. Nel nostro servizio di comparazione online si trovano ancora offerte sotto il 4%.
Ipotizzando ad esempio una surroga di un mutuo con residuo 150.000 euro, durata residua 15 anni le migliori offerte sono: Intesa San Paolo Mutuo Domus Fisso tasso 3,60%, , Credit Agricole Mutuo Base con un tasso del 3,75%, Credem Rimutuo fisso tasso 3,79%. Ad esempio, se il mutuo ha un tasso variabile pari ad euribor 1 mese più uno spread del 2% il suo tasso sarebbe oggi 4,17% con una rata quindi di 1132 euro. Scegliendo la migliore surroga oggi presente sul mercato la rata si ridurrebbe a 1080 euro e si avrebbe poi la certezza di averla sempre fissa senza ulteriori aumenti. Se i tassi fissi fossero troppo alti una soluzione potrebbe essere passare ad un tasso misto e quindi fissare la rate ad un certo valore massimo limitando i rischi del variabile; lo si può fare con un mutuo a rata protetta o un mutuo con cap.

Fare una surroga

Si tratta di un’operazione che permette di cambiare tutto del mutuo, rivolgendosi a un’altra banca. Potremmo quindi trasferire il debito in un’altra banca, variando così tipologia, tasso e durata del finanziamento. A rimanere fisso è il capitale residuo del mutuo che viene trasferito. Confronta le offerte di surroga sul nostro calcolatore e considera, infine, che se hai iniziato il mutuo già da qualche anno l’aumento della rata variabile potrebbe essere contenuto, quindi la surroga verso un tasso fisso potrebbe non essere così conveniente.

Rinegoziare il mutuo

In alternativa è possibile rinegoziare il mutuo con l’attuale banca, passando da un tasso variabile a un tasso fisso oppure a un tasso misto, rata protetta o con cap. Questa è un’operazione che non è un obbligo per la banca, generalmente è più possibile ottenerla dopo aver richiesto un’offerta di surroga da parte di un’altra banca. Tuttavia, con l’entrata in vigore della Finanziaria 2023 (e fino al 31 dicembre 2023) è stata ripristinata la rinegoziazione di Stato, una procedura che dà diritto ai clienti con mutuo che hanno determinati requisiti di rinegoziare il tasso del mutuo variabile per farlo diventare fisso senza l’ok della banca e a determinate condizioni uguali per tutti. In entrambi i casi parliamo di operazioni che non comportano spese extra, anche le spese del notaio necessario per la surroga sono a carico della nuova banca.

Fonte: Altroconsumo

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